IL MATTINO - 4 Dicembre 2005
CHICCHI DI POESIA IN NAPOLETANO
 
Confessa di scrivere poesie, commedie, sketch teatrali, testi di canzoni, spinta da una «dolce mania». Un po' per questo e un po', dice, per tutelarsi dai tanti «autori-ladroni» che con disinvoltura adattano testi teatrali altrui per soddisfare la fame di novità del pubblico, Colomba Rosaria Andolfi ha deciso di dare alle stampe una raccolta dei suoi scritti, «Chicchi di grano. Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni» (Guida, pp.193, euro 9,60), che viene presentata domani alle 17:30, nella Saletta Verde della libreria Guida Merliani, da Aldo De Gioia, Maresa Galli, e Maria Teresa Sisto, quest'ultima direttrice della compagnia «Il Guazzabuglio» che dal 1992 mette in scena i testi dell'autrice. Alle poesie sono affidati affetti familiari, note di costume, lirismi di pura tradizione vernacolare, candidi sogni di redenzione sociale, ricordi e soprattutto passione teatrale, resente nelle macchiette umoristiche, negli sketch di «teatro in versi» e nelle canzoni, tra sceneggiata, amara ironia eduardiana, sentimentalismi alla Antonio De Curtis e impegno civile. (F.C)
   
ROMA - 4 Dicembre 2005
CULTURA
 
Libreria Guida Merliani, via Merliani, ore 17:30. Presentazione del libro della commediografa Colomba Rosaria Andolfi «Chicchi di grano»  
   
CRONACHE DI NAPOLI - 5 Dicembre 2005
LIBRI DI TEATRO E POESIA
 
NAPOLI - Oggi, alle 17:30 presso la Saletta Verde della Libreria Guida Merliani che ha sede in via Merliani, al Vomero, si terrà la presentazione del libro della commediografa Colomba Rosaria Andolfi dal titolo «Chicchi di grano. Poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni»  
   
CRONACHE DI NAPOLI - 8 Dicembre 2005
“CHICCHI DI GRANO”, RACCOLTA DI POESIE ALLA SALETTA VERDE
 
NAPOLI – Presso la Saletta Verde della Libreria Guida Merliani, il 5 Dicembre è stato presentato con successo il libro “Chicchi di Grano”, poesie, macchiette, teatro in versi, testi di canzoni, della commediografa Colomba Rosaria Andolfi. Relatori: il prof.Aldo De Gioia, storico napoletano, poeta e pedagogista; la dott.ssa Maresa Galli, Direttore Responsabile del giornale”Il Brigante”, l’attrice Maria Teresa Sisto, regista della compagnia “il Guazzabuglio”. Le tematiche proposte in “Chicchi di Grano” sono le stesse che l’autrice affronta nelle sue commedie. La comicità, l’ironia, la satira sociale, sono gli ingredienti di tutta la produzione artistica di Colomba Rosaria Andolfi . Anche in queste poesie napoletane l’autrice alterna luci ad ombre, senza mai creare un contrasto netto tra gli stati d’animo. Le poesie come le commedie trattano, spesso in maniera divertente, tematiche attuali ed il lettore ne rimane coinvolto perché si sente partecipe di una quotidianità che gli è familiare. Con questi versi il lingua napoletana Colomba Rosaria Andolfi spera di rendere un piccolo omaggio alla sua città e di riavvicinare le nuove generazioni alla loro lingua di origine, una lingua efficace, musicale, espressiva come nessun’altra
   
NAPOLIPIU' - 8 Dicembre 2005
"CHICCHI DI GRANO" VERSI NAPOLETANI TARGATI COLOMBA ROSARIA ANDOLFI
 
La lingua napoletana è più viva che mai. Come dimostra il libro "Chicchi di grano" di Colomba Rosaria Andolfi, presentato alla Libreria Guida Merliani. Il testo (Guida Editori, 193 pagg. , 9,60 euro) è infatti una raccolta di poesie, tutte in napoletano, scritte dalla Andolfi - già autrice di numerosi e fortunati testi teatrali - nel corso degli anni ed ora riunite nella sua prima pubblicazione di versi. l ricordi lega ti agli anni dell’infanzia, la famiglia, le gioie e i dolori dell'amore, ma anche i mille volti di una città che vuole farsi osservare e afferrare, sono i temi più cari all'autrice. Signora Andolfi, titolo a parte, il suo libro è tutto scritto in napoletano; Quali sono le ragioni di questa scelta? «Attraverso questi versi in lingua napoletana spero di rendere un piccolo omaggio alla mia città, ma anche di riavvicinare le generazioni più giovani alla loro lingua d' origine, una lingua efficace, musicale ed espressiva come nessun'altra. Qualcuno si ostina ancora a considare il napoletano come un dialetto, ma rimane una vera e propria lingua, che io ho studiato a fondo. Ritengo che si tratti di una lingua molto dolce, come dolci sono le lingue che l'hanno influenzata: il francese e lo spagnolo. Il titolo "Chicchi di grano" si riferisce alla speranza, alle mie speranze, e anche questo l'ho trovato pensando al famoso verso di una canzone napoletana, Tammurriata nera». Lei, oltre che di poesie,è anche autrice di commedie teatrali. Come è nata questa passione? «Ho iniziato a scrivere per caso, ma anche in modo molto naturale, prendendo spunto dalla vita di tutti i giorni. E la poesia ha sempre accompagnato la produzione di testi teatrali. Anche se ho iniziato a scrivere relativamente tardi, scrivere è una passione che avevo sin da piccola. La sua volontà è di trasmettere grandi valori e invitare a riflessioni profonde, partendo da ciò che ci circonda, anche dalle cose apparentemente più banali. «Pensi che qualcuno ancora mi chiede come mi sia venuto in mente di scrivere una poesia sull'acqua della fontana! E come le commedie: camminando per strada, o seduta in un autobus, mi capita che anche una piccola cosa che vedo riesce a darmi la trama di un'intera commedia. Lo spunto è sicuramente preso sempre dalla realtà quotidiana quella realtà che è comune a tutti e proprio per questo è universale». Fare grandi riflessioni partendo da piccole cose è del resto una dote tipica dei napoletani. «È di Napoli e del popolo napoletano che io scrivo, anche nelle commedie. Ricordo ancora con commozione quando, al termine di una rappresentazione, un ragazzo mi disse che ero una di loro, perché sapevo raccontare il popolo napoletano con il loro stesso linguaggio, con la loro stessa capacità di guardare il mondo. E questa era poi la grande dote di Eduardo De Filippo. Questa città che adoro ha però ancora troppi problemi e avrebbe bisogno di una gestione sempre migliore, nonostante le molte cose buone che sono state fatte negli ultimi tempi. Io trovo che la gente soffra di un grande senso di rassegnazione, ma è proprio dalla gente che dovrebbe partire la grande rivalsa di Napoli. Proprio di Eduardo sembra la sua volontà di far riflettere senza mai smettere, però, di far sorridere il suo lettore/spettatore...
lo adoravo Eduardo. Quando morì, per me fu come perdere un padre, perché era davvero il mio idolo. Questa città si rivalutava grazie alle sue commedie, conosciute nel mondo, ed ha lasciato un vuoto che è impossibile colmare. Forse è anche per la rabbia di questo vuoto che ho cominciato a scrivere. (LUCA DE LELLIS)
   
ROMA - 22 Dicembre 2005 ANDOLFI FIRMA
“CHICCHI DI GRANO” TUTTI I SOGNI DI QUESTA VITA IN POESIE VERE COME IL PANE
 
La nostalgia di un tempo che non è mai esistito, è come un sogno impossibile che si infrange contro il muro della cecità e dell'indifferenza del mondo. Colomba Rosaria Andolfi nel suo libro di poesie "Chicchi di grano" (Guida editore), esprime la profonda sensibilità di chi riesce a vedere quello che la maggior parte delle persone non vede. Non a caso sceglie, per dar voce ai suoi sentimenti, la lingua napoletana. Nelle intenzioni dell'autrice è un modo di avvicinare i napoletani alla loro lingua d'origine che non va confusa con il linguaggio di strada, di suoni sgradevoli che la involgariscono. È piuttosto una lingua fluida e musicale, che crea atmosfere intime e colloquiali, fortemente espressive, con una sua dolcezza di fondo. I sogni impossibili di questa vita, ai quali spesso l'autrice si lascia andare, sono: il sogno del rispetto, dell'onestà, della verità e del coraggio di leggersi nel cuore. Sogni che non possono avverarsi in un mondo regolato dalla tirannia del tempo che a volte si muove troppo veloce, altre troppo lento. La poesia di Colomba Rosaria Andolfi, è ricca di illusioni che pur infrangendosi contro la realtà, non muoiono, sono illusioni mature, non frutto di una passeggera euforia o di una improvvisa fuga dalla realtà, l'accompagnano in tutti i momenti della sua esistenza ricca di passioni, di interesse per quello che succede nella realtà; riflette spesso sulle ingiustizie che avvengono quotidianamente, sul dolore della madri, delle mogli abbandonate dai mariti, sull'ingiustizia dell'amore passionale, che lei stessa definisce, un passaggio dal paradiso alla brace. Su quel mal di vivere, oggi chiamato depressione, sull'egoismo e l'incomprensione e la mancanza di un'educazione alla vita. Ed è proprio questa assenza di educazione che rende le persone facili prede dei modelli di vita finti offerti dalla televisione, da una comunicazione, il cui obiettivo principale è vendere indiscriminatamente attraverso la pubblicità prodotti di consumo. Le disillusioni, il dolore sono sempre vissuti con consapevolezza, e anche con un po' d'ironia. È questa la forza che le impedisce di assolutizzare cedendo alla disperazione e le permette di relativizzare, magari traendo conforto, dalla bellezza della natura, dalla contemplazione di un tramonto infuocato, e di un cielo stellato. Sono questi gli impagabili momenti che come lei stessa esprime: "Conserva nell'animo come una lettera d'amore da sfogliare nei momenti tristi!". (PAULETTE IEVOLI)
   
il Brigante - venerdì 22 dicembre 2005
CHICCHI DI GRANO
 
Presentato alla Saletta Verde della Libreria Guida di Via Merliani, il testo ha avuto come relatori Aldo De Gioia, storico napoletano, poeta, pedagogista; Maresa Galli, direttore responsabile del giornale "il Brigante"; Maria Teresa Sisto, attrice, regista della compagnia "Il Guazzabuglio". "Chicchi di Grano", la raccolta di poesie in lingua napoletana di Colomba Rosaria Andolfi, è contrassegnata come tutta la sua produzione artistica da una visione lucida della vita. L'autrice riesce a cogliere gli aspetti più vari di un quotidiano ch talvolta sfugge a schemi puramente razionali per rivelare risvolti paradossali, con garbata ironia e acume. Le poesie, come anche le commedie e i testi di Cabteatro di Colomba Rosaria Andolfi, spaziano tra le tematiche più varie, anche nel campo dei sentimenti. Ne risulta, perciò, una scrittura immediata, molto efficace, che rivela profondità di sentimenti. Una scrittura, talvolta, scenografica, che non solo traduce in scena tutto quanto l'autrice esprime, ma che addirittura dà il senso del movimento ( Chi va e chi vene, Na carezza). Alcune poesie, inoltre, "tradiscono" la caratteristica principale di Colomba Rosaria Andolfi, che è quella di essere autrice di testi teatrali, quando in esse si individua addirittura "un preverbale", cioè una storia precedente che l'autrice lascia intravedere attraverso affermazioni flash. Il lettore, così, è portato per mano a vivere le poesie, proprio come lo spettatore vive le storie, gli spaccati di quotidianità che l'autrice propone nei suoi lavori teatrali: egli entra di volta in volta nelle vicende, riflettendo sul costume, sulla cattiva maestra tv, "munnezza" di un'epoca che dimentica la poesia. La comicità, la satira sociale, l'ironia sono gli elementi dominanti dei lavori di Colomba Rosaria Andolfi, che pone il lettore/spettatore di fronte ai difetti dell'umanità, di cui anch'egli fa parte, senza per questoi assumere toni didattici o accusatori ( 'A malalengua, Copia cupiella).
Nelle commedie il meccanismo è più visibile, pèerchè lo spettatore ride dei propri difetti attribuendoli ai personaggi.Il meccanismo teatrale è sapientemente studiato e messo in moto da Colomba Rosaria Andolfi, che con molto grabo ed eleganza descrive scenette e disegna caratteri ricchi di chiaroscuri. Nessuno dei suoi personaggi è completamente buono o cattivo, " Se una tale affermazione, in teoria, è inconfutabile, diventa rischiosa se inserita in un impianto drammaturgico e in una scrittura teatrale che non possono e non devono presentare contraddizioni, se vogliono essere plausibili e coerenti. Colomba Rosaria Andolfi, invece, riesce brillantemente in questa operazione, attraverso storie dolci-amare", spiega la "complice", il direttore Sisto che dà vita alle intuizioni dell'Andolfi. Anche gli stati d'animo sono storie. "Le emozioni che l'autrice traduce in versi appartengono a ciascuno di noi, e ognuno di noi ha ed è una storia nella storia di una realtà in continuo divenire, nella quale i corsi e i ricorsi sono fisiologici (Nu pate e nu figlio)", conclude la Sisto. I messaggii e le tematiche dell'autrice sono universali, eppure a ciascuno è riservata una "dedica" nelle emozioni, nelle storie nelle quali ritrovarsi. Quella di Colomba Rosaria Andolfi è una scrittura suggestiva, che crea e richiama emozioni, non solo per il contenuto, ma anche per la forma. Aldo De Gioia e Maresa Galli hanno parlato di storia della lingua napoletana, di poeti del calibro di Di Giacomo, che hanno nobilitato e reso popolare un dialetto per troppo tempo ritenuto "volgare", del ruolo delle posse che si sono riappropriate del napoletano. Prezioso il contributo filosofico di De Gioia, quello giornalistico di Galli che ha fatto il punto sulle leggi regionali in materia di tutela dei dialetti. E con la lingua napoletana Andolfi esprime l'amore e insieme un messaggio sociale di denuncia contro chi "accide Napule". Il libro ha anche una parte di testi da musicare - la lingua, aulica e popolare, è al servizio di prosa e versi, di tammorriate e testi teatrali, con stile originale. (TERESA ROVANI)